La breve galleria pedonale dedicata nel 2015 a Enzo Tortora unisce via Santa Teresa a via Pietro Micca attraversando la Torre Solferino, l'alto edificio che ha sostituito la "ca àuta" distrutta in un bombardameno dell'ultima guerra, e ospita un bar a alcuni negozi. Enzo Tortora, giornalista, presentatore televisivo, parlamentare europeo e uomo politico, scomparso nel 1988, subì una lunga e ingiusta detenzione in base a false accuse e indagini condotte da una magistratura molto attenta alla visibilità sui media e poco alla realtà fattuale. Notissimo al pubblico grazie alla trasmissione "Portobello", fu arrestato col massimo clamore mediatico con l’accusa infamante di associazione per delinquere di stampo camorristico e traffico di droga, e condannato a dieci anni di carcere, senza prove ma sulla sola base di dichiarazioni di pentiti di mafia. Assolto in seguito con formula piena, e completamente riabilitato, ebbe la salute minata dall'ingiusta carcerazione e morì pochi anni dopo; la sua vicenda rappresenta una macchia indelebile nel sistema giudiziario, nel quale magistrati troppo propensi alla ricerca del successo personale possono trascurare la verifica delle fonti incorrendo in errori catastrofici. La vicenda ancora oggi evoca questioni nodali per lo stato di diritto, e serie riflessioni sul fenomeno del pentitismo, sul tema della responsabilità civile dei magistrati, e sulla carcerazione preventiva, nata come strumento eccezionale ma rapidamente degradata a strumento di ordinaria restrizione dei cittadini.